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IL VALORE DEI RIFIUTI

Dal 20 al 28 Novembre 2021 si è svolta la SERR, la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, un’iniziativa che consiste in una elaborata campagna di comunicazione ambientale che intende promuovere, tra i cittadini, una maggiore consapevolezza sulle eccessive quantità di rifiuti prodotti e sulla necessità di ridurli drasticamente.

Per questa occasione, io ed altri 4 creator (Cristina, Giulia, Silvia e Nicola) abbiamo creato un palinsesto per coinvolgere i nostri followers e creare un’onda di consapevolezza su questo argomento.

Cominciamo con qualche dato:

Nel 2018, il totale dei rifiuti generati nell’UE da tutte le attività economiche e dalle famiglie ammontava a 2 337 milioni di tonnellate. Nell’UE, l’edilizia ha contribuito al 35,9% del totale nel 2018, seguita da miniere e cave (26,6%), industria manifatturiera (10,6%), servizi di rifiuti e acqua (9,8%) e famiglie (8,2%); il restante 9,1% era costituito da rifiuti generati da altre attività economiche, principalmente servizi (4,2%) ed energia (3,4%).

La produzione di rifiuti è aumentata massicciamente in tutto il mondo negli ultimi decenni, e non ci sono segni di rallentamento. Secondo alcune stime, entro il 2050, la produzione mondiale di rifiuti solidi urbani dovrebbe aumentare del 70%. Questo è dovuto a una serie di fattori, come la crescita della popolazione, l’urbanizzazione e la crescita economica, così come le abitudini di acquisto dei consumatori. Tuttavia, meno del 20% dei rifiuti viene globalmente riciclato ogni anno, mentre enormi quantità vengono ancora mandate in discarica. I rifiuti vengono anche spesso smaltiti in pericolose discariche a cielo aperto, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.

I rifiuti urbani prodotti in Italia nel 2019 sono circa 30 milioni di tonnellate, dato in lieve calo rispetto al 2018. Ogni cittadino italiano, in un anno, ha prodotto circa 500 chilogrammi di rifiuti. Nel nostro paese il riciclaggio totale sembra essere migliore: comprensivo delle frazioni in uscita dagli impianti di trattamento meccanico e meccanico biologico, il dato si attesta al 53,3% e riguarda le seguenti frazioni: organico, carta e cartone, vetro, metallo, plastica e legno. Ma attenzione! Si tratta di ció che arriva agli impianti di riciclaggio, e lascia quindi fuori una grande fetta di rifiuti che lì non ci arrivano.

Capire come ridurre i rifiuti nel nostro quotidiano a livello pratico puó essere facile, ma prima di poter arrivare a quel punto ci deve essere tutto un lavoro mentale che ci porti a capire il perchè è importante farlo e qual è il senso più profondo della produzione di rifiuti nella nostra vita. Qui vi riporto 9 consigli che ho pensato per aiutarvi ad imparare, perchè di questo si tratta sempre, a ridurre i rifiuti nella vostra vita:

  1. È TUTTA QUESTIONE DI ABITUDINE

    Dagli studi sembra che un’azione, per diventare abitudine, richieda almeno 30 giorni di pratica. Se siamo abituati a non prestare attenzione a ciò che gettiamo nella spazzatura il nostro cervello avrà bisogno di tutto l’aiuto necessario:

    OBIETTIVI PICCOLI E A BREVE TERMINE

    Nota quando raggiungi questi piccoli obiettivi e dai valore a quei gesti, impara a riconoscere i tuoi successi, questo di darà la motivazione giusta per continuare a migliorare ogni giorno.

  2. OSSERVA CIÒ CHE FAI

    Parti dall’inizio: prenditi del tempo per osservare le tue abitudini quotidiane e quello che finisce nel cestino di casa tua:

    • c’è qualcosa che potresti evitare di buttare?
    • ci sono rifiuti che potresti non avere facendo acquisti diversi?
    • qual è lo scarto che produci più di frequente? il cibo? la carta? la plastica?

    Se serve appuntalo o fai un calendario e dopo una decina di giorni nota quello che ne è venuto fuori. È un ottimo modo per capire quali rifiuti potresti ridurre ma anche per imparare a conoscerti meglio.

  3. IMPARA AD AMARE L’IMPERFETTO

    In una società notoriamente perfezionista prova ad andare controcorrente. Sai che in Italia, dalla raccolta alla vendita, buttiamo circa il 14% degli alimenti prodotti? Un modo per ridurre questa percentuale è fare ciò che la GDO ci dice di non fare: si sa, al supermercato arrivano solo prodotti perfetti, senza alcun difetto, ma la Natura produce ogni giorno frutta e verdura che, seppur non rispecchi il canone di bellezza della grande industria, è perfettamente commestibile.

    Prediligi gli acquisti imperfetti e, aiutando l’ambiente e i produttori, aiuterai anche te stesso ad andare oltre l’idea che “perfetto” è giusto.

  4. IL MIGLIOR RIFIUTO È QUELLO NON PRODOTTO

    Non smetterò mai di dirlo, la sostenibilità può essere riassunta in questa frase:


    Ci circondiamo di “cose” per abbellire la nostra vita, spesso cercando di riempire un vuoto che ci portiamo dentro, ma alla fine sono tutti oggetti privi di valore con un solo destino: il cestino.
    Imparare ad acquistare meno e volere meno è la chiave per ridurre i rifiuti che produciamo, ma anche per imparare ad apprezzare ciò che già abbiamo.LESS IS MORE

  5. DONA ANZICHÈ ELIMINARE

    Quasi tutto anzichè essere buttato potrebbe essere riutilizzato.

    Hai dei vestiti che non usi più perchè ti hanno stancat*? oppure una vecchia lampada che non si intona al nuovo colore della camera? un soprammobile che non sopporti piú? un telefono che è vecchio ma funziona? Prima di gettarlo nel cestino pensa se potrebbe piacere a qualcun altro! Esistono i mercatini dell’usato, i siti di rivendita, le associazioni, ma anche gli amici e i parenti. Il valore di qualcosa non finisce solo perchè non ha più una funzione per noi.

  6. RICUCI LE FERITE

    KINTSUGI, letteralmente “riparare con l’oro”, una tecnica inventata dai Giapponesi per riparare con l’oro ceramiche rotte, rendendo la crepa evidente anziché nasconderla. La pratica nasce dall’idea che dall’imperfezione e da una ferita possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore.

    Penso sia una bellissima filosofia da applicare alla nostra vita: dal

    le relazioni umane agli oggetti. Quando qualcosa si rompe, o si rovina, prima di buttarlo cerca una soluzione per ripararlo e farlo vivere ancora un po’.

  7. SFUSO È MEGLIO

    Scommetto che durante il tuo periodo di osservazione troverai nel cestino un sacco di packaging: che sia in carta, cartone, plastica o alluminio poco cambia, gran parte dei nostri rifiuti è dato dalle confezioni di ció che ci serve realmente.

    Acquistare prodotti sfusi ti permette di ridurre i rifiuti, impattare meno sull’ambiente e anche risparmiare! Un win win su tutti i fronti. Nell’alimentazione insieme allo sfuso scegli il Km0, la frutta e la verdura di stagione per evitare ulteriormente sprechi ed emissioni nei trasporti. Così sosterrai anche il tuo territorio e arricchirai incredibilmente la tua dieta.

  8. ORGANIZZA E PIANIFICA

    Il miglior modo per non acquistare il superfluo, e quindi ridurre ció che diventerà rifiuto, è organizzarci per fare in modo di tornare a casa solo con lo stretto necessario!

    Ordina le dispense e l’armadio con criterio e vai di liste a go go quando devi fare acquisti! So che per i disordinati cronici (un po’ come me) è molto difficile, ma anche questo è questione di abitudine, a furia di farlo ti verrà naturale!

  9. DAI UNA CHANCE ALL’USATO

    Dona ció che non usi più ma dai anche la possibilità di una seconda vita a quello che non serve più a qualcun altro!

    Il mondo dell’usato è immenso ed incredibile: da quando l’ho scoperto non posso più farne a meno. Sia per i vestiti (una scusa in più per non uniformarsi sempre alle solite mode) che per i libri, gli oggetti per la casa o addirittura apparecchi elettronici (alcuni dei rifiuti piú difficili da smaltire e riciclare).

    Proprio a questo proposito un’ottima scelta è quella del ricondizionato: dispositivi elettronici usati ma rimessi completamente a nuovo!

Mettere in pratica queste azioni e soprattutto cambiare pensiero non è certamente facile ma il cambiamento parte dentro di noi, non fuori, per cui questo è ció da cui dobbiamo partire.

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